Il "day-after" della spettacolare finale della seconda edizione della Viareggio Women’s Cup, riservata alle formazioni Primavera (vittoria della Juventus per 3-2 sulla Roma) che ha generato un notevole ritorno di immagine per il calcio femminile anche grazie alla diretta Rai e alla presenza della presidentessa federale del calcio femminile Ludovica Mantovani, non si può non ricordare - visto che fra qualche ora scocca l’anniversario – un fatto molto importante nella storia del calcio femminile in Italia. D’accordo, Viareggio non è – come canta Jovanotti – l’ombelico del mondo... ma spesso gli assomiglia per tanti episodi, circostanze, personaggi che a distanza di anni non solo evocano momenti felici ma generano anche un (giustificato) orgoglio di appartenenza. Questo per dire e al tempo stesso ricordare che la prima partita ufficiale della Nazionale di calcio femminile è stata disputata 52 anni fa – era il 23 febbraio 1968 – allo stadio dei Pini di Viareggio: le azzurre (la nascita ufficiale della Federazione sarebbe stata celebrata sempre a Viareggio qualche settimana dopo) ebbero la meglio per 2-1 in rimonta nei confronti della Cecoslovacchia (le reti del sorpasso azzurro vennero messe a segno dalla Gerwen e dalla Tanini).

La formazione dell’Italia – una formazione ovviamente passata alla storia del calcio azzurro, in versione rosa – era composta da Caoletti, Tessandori, Chelloni, Meles, Tanini, Bonalimi, Feroldi, Gerwev, Ciceri, Gridelli, Lombardi. Nel corso della partita vennero anche utilizzate Fabbri e Castagnini. La partita venne diretta dall’arbitro Palagi di Viareggio.

Nella foto qua sotto la  presidente della Divisione Calcio Femminile della Figc Ludovica Mantovani (figlia d'arte: il babbo Paolo è stato grande patron della Sampdoria) insieme al presidente del Centro Giovani Calciatori Viareggio Alessandro Palagi durante la premiazione della terna arbitrale della finalissima della 2ª Viareggio Women's Cup composta dall'arbitro Deborah Bianchi di Prato e dalle assistenti Mara Mainella di Lanciano e Nidaa Hader di Ravenna.