Ed eccoci di nuovo a 40 squadre partecipanti che potevano essere tranquillamente 48 viste le domande di iscrizione ancora sul mio tavolo. Tante quante ha intenzione di iscriverne il presidente Gianni Infantino della Fifa in occasione del Mondiale del 2026. La Viareggio Cup ci era arrivata anni fa cavalcando il concetto della globalizzazione del calcio, nel nostro caso giovanile, investendo uomini e risorse.
Squadre straniere titolate, i migliori settori giovanili dei club italiani di Serie A e B, poi qualche rappresentante della Lega Pro e infine la selezione nazionale dell’Under 18 Dilettanti. Siamo stati anche criticati per questo allargamento a tante realtà giovanili, ma ormai il calcio è questo piaccia o no ed è quello che indica il presidente della Fifa. Il pallone è un simbolo globale che interessa sempre più continenti all’interno dei quali emergono federazioni sempre più agguerrite e organizzate, quindi pronte a competere con le grandi nazioni europee e sudamericane. Poi al Mondiale come alla Viareggio Cup emergeranno i migliori, ma non sono da escludere sorprese come le eliminazioni eccellenti. Il calcio resta vivo e prospera se i conti economici non vanno in rosso, altrimenti il pericolo chiusura incombe. Ed è proprio per i giovani che occorre la massima attenzione in questa ottica. Se si va avanti, avanzano anche loro con i loro sogni e le loro speranze. Insomma è il loro futuro che va salvaguardato a 360 gradi. La Viareggio Cup lo fa da 69 edizioni annuali e senza interruzioni, unici al mondo con questa intensità di servizio al calcio giovanile.
Sarà l’anno del tango argentino con tre agguerriti club al via, ci sarà lo Zenit San Pietroburgo, il Psv, il Bruges, dal Canada la novità Toronto, figlio di un soccer in grande crescita. Poi lo storico Dukla Praga, il club straniero col maggior palmarès al Torneo: sei successi. La Juventus campione dovrà rimboccarsi le maniche, così come Napoli, Milan, Inter, Atalanta e Fiorentina.
La Viareggio Cup come sempre non pensa solo allo sport, vive la “polis” con grande dovere civico. Infatti il portabandiera del CGC, alla sfilata inaugurale, sarà Marco Piagentini, che rappresenta i familiari delle vittime del disastro ferroviario del 29 giugno 2009. I quasi mille ragazzi che scenderanno in campo a Viareggio e dintorni daranno spettacolo anche in loro ricordo, magari con un pensiero di maggior responsabilità. Un futuro migliore serve soprattutto a loro, su ogni piano, specie quello della sicurezza e non solo negli stadi.
ALESSANDRO PALAGI
Presidente del CGC